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Il vino piemontese
i 4 vini rossi piemontesi più pregiati

La tradizione dei vini in Piemonte
In questa regione i vini e l’uva hanno una tradizione molto antica, risalente a circa 3000 anni fa e la cantina più antica risale al Primo Secolo d. C.
L’attività vinicola piemontese si è evoluta, con il passare del tempo, subendo anche, all’inizio del secolo scorso, una fase di arresto.
Questo periodo venne superato egregiamente verso la fine del Novecento, quando i viticoltori e le autorità del Piemonte, riqualificarono le DOC minori e sublimarono Barbera, Barbaresco e Barolo tra i più noti vini mondiali.

I luoghi del vino piemontese: Langhe, Monferrato e Roero
Le zone piemontesi dedicate alla coltivazione della vite sono numerose e vengono raggruppate i tre grandi aree: Langhe, Monferrato e Roero. Si tratta di territori ricchi di fascino, caratterizzati da vigneti immersi nel silenzio di paesaggi suggestivi. Per quanto riguarda il lato architettonico, le terre delle Langhe, del Monferrato e del Roero presentano due aspetti diversi: quello produttivo delle cantine e delle cascine tra i vigneti, dove si conduce una vita a contatto con il terreno e quello dei castelli e delle chiese in cima alle colline, responsabili di un’atmosfera medievale: oggi sono patrimonio dell’UNESCO. I pregiati vini delle Langhe, del Monferrato e del Roero sono conosciuti ed esportati a livello globale: prodotti come il Roero, il Barbaresco, il Barolo e altri sono presenti nelle carte dei vini dei più lussuosi ristoranti del mondo. I vini piemontesi sono molto tradizionali, ma dietro c’è una grande cura e ricercatezza per migliorare costantemente il prodotto.Il Barbera
Il Barbera è uno dei vitigni piemontesi che più rappresentano la tradizione di questa Regione.
Si tratta di una delle bacche rosse più coltivate nel territorio piemontese; dal vitigno si ricava l’omonimo vino.
Le produzioni DOC e DOCG del Piemonte vantano il Barbera d’Alba, il Barbera del Monferrato, il Barbera d’Asti, Colli Tortonesi e Piemonte Barbera.
Esiste anche la versione frizzantina, tipica della Barbera più giovane: gli acini dell’uva sono di colore blu intenso, molto polposi, aciduli e nascono da vitigni resistenti ai fattori climatici avversi.
Il Barbera o la Barbera (questa è la forma più corretta) è un vino robusto da abbinare alle carni rosse, ai risotti, ai formaggi piemontesi. Si beve giovane o invecchiato ma invecchiando perde asprezza, acquisendo un sapore più rotondo.
Ha un colore rosso rubino brillante con sfumature di viola e di blu; profuma di ribes, lampone e ciliegia e lascia un gradevole retrogusto di tabacco.
La Barbera d’Alba è morbida e armonica mentre la Barbera d’Asti è più fresca, intensa e persistente.
Il Nebbiolo
Tra i vini rossi piemontesi pregiati troviamo il Nebbiolo, un vitigno autoctono a bacca nera.
Il nome Nebbiolo deriva da nebbia e potrebbe avere due spiegazioni: la prima legata all’aspetto patinato dell’acido; la seconda relativa alla vendemmia delle uve che avviene in pieno ottobre, con i vigneti immersi nelle nebbie autunnali.
Il Nebbiolo viene coltivato nel cuore delle Langhe e del Roero e dalle sue uve vengono prodotti il Roero, il Barbaresco e il Barolo DOCG, il Nebbiolo D’ALBA e il Langhe Nebbiolo DOC.
Questo vino piemontese è di colore rosso rubino mediamente intenso con una tipica trasparenza, poiché la buccia dell’acino non presenta molti antociani.
Al naso varia da note di rose e viole a sentori di lamponi, fragoline e ciliegie sciroppate. Il Nebbiolo si può abbinare a salumi e tome piemontesi, agli agnolotti del plin, ai tajarin al tartufo di Alba.
Se invecchiato, si abbina molto bene al filetto di fassona, ai bolliti, ai brasati, alla selvaggina.
Il Barolo
Il Barolo è il vino piemontese più pregiato, prodotto con l’uva Nebbiolo, vitigno presente quasi esclusivamente in Piemonte.
Ha un colore granato e riflessi arancio che si evidenziano durante la sua evoluzione
Il suo profumo è intenso con note di viola e di rosa nel vino giovane ma, con il tempo predominano sentori di prugna cotta e ciliegia sciroppata e, poi, profumi che ricordano i funghi e il tartufo.
Questo vino piemontese è corposo, con un sapore robusto, asciutto e, allo stesso tempo, vellutato e morbido e una gradazione di 14,5°.
Il Barolo necessita di almeno 3 anni di invecchiamento, almeno 2 dei quali in botti di castagno o rovere. Se invecchiato almeno 5 anni, diventa Barolo Riserva.
Detto anche il Re dei Vini, il vino dei Re, si abbina bene a tutte le ricette a base di tartufo, di funghi porcini, agli stracotti, alla selvaggina e ai formaggi stagionati.
Con l’aggiunta di China calissaia, alcol e zucchero si produce il Barolo Chinato, un vino da meditazione aromatizzato, consigliato a fine pasto, ottimo con il cioccolato.
Il Barbaresco
Il Barbaresco è uno dei vini italiani più conosciuti nel mondo. Prodotto sulle colline delle Langhe, nei comuni di Neive, Treiso, Alba e Barbaresco, ha un colore rosso rubino se giovane, più granato se invecchiato.
Ha una trasparenza cristallina e sentori di bosco e frutta sciroppata, menta, lamponi e viole. Con il passare degli anni evolve con profumi di tartufo, di radici e foglie; all’assaggio è morbido e rotondo.
Il Barbaresco è prodotto al 100% con Nebbiolo, affinato per 2 anni e almeno 12 mesi in botti di rovere. Nel caso del Barbaresco Riserva c’è un affinamento di 48 mesi.
È un vino da abbinare ai piatti tipici del Piemonte come il vitello tonnato, il fritto misto, la battuta di fassona, piatti a base di tartufo ma anche alle lasagne al forno o alla carne alla griglia, a brasati e a formaggi stagionati.
Si tratta di un vino unico, perfetto da degustare nelle lunghe serate invernali, insomma un vero pregio della tradizione piemontese e italiana.
Le bottiglie di Barbaresco Riserva devono essere di forma albeisa, in vetro scuro.
Il Piemonte fa parte delle regioni italiane con le maggiori eccellenze vinicole: i vini rossi piemontesi esprimono la tradizione enologica italiana nel mondo.