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I vini delle Langhe: Nebbiolo, Barbaresco, e Barolo
Un breve viaggio tra i più prestigiosi vini delle Langhe
Borghi brulicanti di vita, ampie aree collinari e immancabili vigneti. Le Langhe sono un mix sapientemente bilanciato di tradizione enogastronomica locale e distese panoramiche coltivate a vite. La regione si suddivide in Langa Astigiana, Alta Langa, e Bassa Langa. Nella parte meridionale della provincia di Asti, la Langa Astigiana è la patria del Barbera d’Asti e del dolcissimo Moscato d’Asti. L’Alta Langa si trova a ridosso della Liguria e viene apprezzata in tutto il mondo per gli omonimi pregiati spumanti metodo classico.
La Bassa Langa è collocata tra i fiumi Belbo e Tanaro, nella fascia meridionale. La parte più vitata è nei pressi della città di Alba: ad Ovest le celebri colline del Barolo e ad Est quelle dell’altrettanto rinomato Barbaresco. Dal momento che i vini rossi piemontesi sono un patrimonio tricolore esportato con successo via via crescente in ogni parte del mondo, le Langhe sono diventate Patrimonio UNESCO nel recente 2014, a testimonianza di una tradizione Made in Italy che ha una lunga, ma fascinosa storia da raccontare.
Il Nebbiolo
Qualsiasi esperienza di degustazione di vino piemontese non può definirsi tale senza la presenza del Nebbiolo, vitigno a bacca nera capace di donare vini dal colore tenue ma dalla grande struttura. La storia del vino rosso affonda le radici in tempi lontani, presumibilmente in età preromana. Non è un caso che lo scrittore Columella (I secolo d.C.) citi l’uva Nebbiolo nella sua opera di agronomia, il De re rustica.
Con una gradazione di circa 14/14,5°, è considerato un vino italiano d’arrosto. In ogni caso, si sposa anche con risotti, minestre di lenticchie e piatti a base di funghi o tartufo.
Il Barbaresco
Tra le caratteristiche che rendono il Barbaresco un vino piemontese unico nel suo genere, spicca la struttura armonica e asciutta. Estratto da uve Nebbiolo e sottoposto a periodi di invecchiamento di almeno 26 mesi (di cui 9 in botti di legno), il Barbaresco deve la sua fama alla diffusione popolare risalente alla seconda metà dell’Ottocento. A differenza del Barolo – la cui produzione era spesso destinata all’aristocrazia settentrionale – il Barbaresco divenne parte di un patrimonio contadino durato secoli, prima di essere imbottigliato e commercializzato nel 1894 da Domino Gavazza.Il Barolo
Noto come il «re dei vini e vino dei re», il Barolo è il vino a base Nebbiolo per eccellenza. In concomitanza a specifiche condizioni microclimatiche garantite nei territori a Sud di Alba, questo vino di distingue per la lunga maturazione dei grappoli, spesso protratta fino alle prime settimane di novembre. Il risultato è un chicco dalle sfumature blu intenso, spesso grigiastre per via dei vinaccioli presenti al suo interno.
In aggiunta, il Barolo – che prende il nome dall’omonimo comune piemontese – si caratterizza per una profonda aderenza alle radici locali. Il suo sapore asciutto dona morbidezza e, al contempo, ruvidezza al palato. Questo vino piemontese subisce infatti un processo di invecchiamento di almeno 38 mesi, di cui 18 trascorsi in apposite botti di legno che ne custodiscono le iconiche sfumature gustative e olfattive. Complesso e avvolgente, si accompagna a piatti a base di carne – brasati e arrosti, per esempio – ma anche a formaggi a lunga stagionatura e piatti a base di tartufo.
Tra il portfolio di Cantine Povero vi consigliamo il Batù Barbaresco DOCG e il Priore Barolo DOCG.
Batù Barbaresco DOCG
Batù Barbaresco è un vino corposo, morbido e asciutto, che può essere invecchiato per 20 anni. Il colore è un rosso rubino tendente al granato, particolarmente intenso e brillante. Il bouquet è ampio, etereo e speziato, con note di rosa canina, marmellata di frutti di bosco, fieno, chiodi di garofano, e geranio. Ottimo in abbinamento al risotto con il tartufo bianco o il brasato al Barbaresco.
Priore Barolo DOCG
Priore Barolo è un vino di classe ed elegante. Il bouquet è poliedrico e avvolgente, con note di fiori appassiti, lamponi, ciliegia appassita, ribes nero, e spezie. Il vino mostra anche un lato terroso con note minerali di ferro, ruggine, catrame, affumicato e lavanda essiccata. Manifesta precisione e finezza. Consigliamo di abbinare questo vino con il brasato di cinghiale, i tajarin al tartufo bianco, o il risotto con salsiccia di Bra, zucca e castelmagno.